L'Arte come unione dei popoli
Il teatro L. Gianì affonda le sue radici nella storia. Infatti nel lontano 1803, regnante Ferdinando I° di Borbone, Re di Sicilia, vengono aboliti, per mezzo di un decreto regio, gli ultimi usi feudali ancora in uso a Partinico quali la decima sulle uve e sui cereali.
I Contadini a tal proposito erano obbligati a versare il 10% della produzione agricola ai nobili di Palermo nei magazzini siti in via P.pe Amedeo (attuale sede del teatro L. Gianì). In ragione del provvedimento regio i magazzini della Decima vengono trasferiti con decreto di esproprio alla potestà comunale.
Su ordine di Re Ferdinando di Borbone, gli amministratori locali adibiranno, con la necessaria ristrutturazione, questi locali a teatro comunale affinché, come detto dal Re, “questi luoghi di dolore si trasformino in luoghi di svago per la nostra gente”. Fu così che nel 1806 viene inaugurato il Teatro di San Leopoldo, in onore dell’infante Re Leopoldo, protettore di Partinico.
Un po' di storia
Il teatro visse tante belle stagioni artistiche con la partecipazione di artisti e sciantose napoletane che venivano in tournee al teatro.
Il teatro visse tante belle stagioni artistiche con la partecipazione di artisti e sciantose napoletane che venivano in tournee al teatro. Fino al 1854 il teatro fu funzionante e nelle sere invernali c’era sempre una grande affluenza di pubblico. Con l’avvento dei Savoia il teatro andò in rovina e i locali furono divisi e acquistati dai privati.
Nel dopoguerra fu adibito a locali per matrimoni con la gestione della famiglia Safina di Partinico. Successivamente divenne sede dell’Ipsia di Partinico. Infine viene affittato dal comune di Partinico e utilizzato come archivio storico.